Aumentano gli agriturismi nel nostro Paese e lo fanno a un ritmo che non si vedeva dal 2014. Il merito è soprattutto di quelle strutture che hanno scelto di specializzarsi: fattoria didattica, equitazione, degustazione di prodotti locali. E a trainare la crescita sono le regioni del centro-sud.
I dati sono stati elaborati dal centro studi di Confagricoltura e per il 2017 registrano un +3,3% di aziende rispetto all’anno precedente, per un totale di 23.406. Il segno “più” è strutturale, ma era dal 2014 (+4,1%) che il settore non cresceva così tanto su base annua. Ma il 2017 è stato un anno molto particolare, di grande ricambio perché, nello stesso tempo, il numero di agriturismi che hanno chiuso i battenti (1376) è stato il più alto dell’ultimo lustro.
Il classico agriturismo che offre l’alloggio e la ristorazione continua a crescere, ma a ritmi inferiori rispetto a quelli che mettono a disposizione della clientela altri servizi. Come l’equitazione (+10,2% rispetto al biennio precedente), altri sport da praticare all’aria aperta (+5,2%) e la degustazione (+4,2%).
Confagricoltura ha fatto anche il punto della situazione dal punto di vista geografico. Al Nord c’è la maggioranza degli agriturismi di montagna e di pianura mentre il Centro primeggia in collina. A livello nazionale al Nord si concentra il 45% delle aziende, seguito dal Centro (35,3%) e Sud (19,6%). Analizzando le singole regioni, Toscana, Trentino Alto Adige e Lombardia occupano il podio per numero assoluto di agriturismi.
Ma la regione che è cresciuta di più è il Lazio: nel 2017 sono state 306 le nuove aziende rispetto al 2016. L’incremento è del 32%.
Incoraggianti anche i dati che vengono dal Mezzogiorno: subito dopo il Lazio infatti vengono la Sicilia (+13%) e la Basilicata (+11%). Ma aumentano le aziende agrituristiche anche in Campania (+4,5%) e Puglia (+2,7%). Ottimi risultati anche in Umbria (+9,7%) nonostante i postumi del terremoto. A questo proposito è timida, ma comunque incoraggiante, la crescita delle Marche, dove c’è stato un incremento dello 0,9%. Le uniche regioni a non crescere sono il Veneto (-4%) e il Molise (-8%)